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      La teoria corrente, per ciò che riguarda il comune rurale, è che nell'occidente d'Europa esso sia morto di morte naturale, perchè il possesso della terra in comune, è stato trovato incompatibile con i bisogni dell'agricoltura moderna. Ma la verità è, che in nessuna parte il comune rurale è sparito coll'assenso di coloro che lo componevano; dappertutto, al contrario, occorsero alle classi dirigenti parecchi secoli di sforzi persistenti, quantunque non sempre coronati da successo, per abolire il comune e confiscare le terre comunali.
      In Francia i comuni rurali incominciarono ad essere privati della loro indipendenza e ad essere spogliati delle loro terre dal XVI secolo. Però fu solo nel secolo successivo, quando la massa dei contadini fu ridotta per i tributi e le guerre a quello stato di asservimento e di miseria descritti da tutti gli storici, che la depredazione delle terre comunali diventò facile e raggiunse proporzioni scandalose. «Ciascuno se ne è appropriato secondo la propria convenienza... sono state ripartite... per spogliare i comuni... ci si è serviti di debiti simulati».301 Naturalmente il rimedio dello Stato a tali mali fu di asservire a sè ancor più i comuni e di depredarli egli stesso. Infatti, due anni più tardi tutta la rendita in denaro dei comuni veniva confiscata dal re. In quanto all'appropriazione delle terre comunali da parte dei privati, il male imperò continuamente, e nel secolo seguente i nobili e il clero avevano già preso possesso di immense estensioni di terra - la metà dello spazio coltivato seguendo date estimazioni - il più spesso per lasciarle incolte,302 Tuttavia i contadini mantenevano ancora le loro istituzioni comunali, e fino all'anno 1787 le assemblee popolari dei villaggi, composte di tutti i capi-famiglia, avevano l'abitudine di riunirsi all'ombra del campanile, o di un albero, per dividere e suddividere ciò che avevano conservato dei loro campi, per ripartire le imposte e per eleggere i membri esecutivi, esattamente come il mir russo fa ancor oggi.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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