Ciò è provato dalle ricerche del Babeau.303
Il governo trovò però le assemblee popolari «troppo rumorose», troppo disubbidienti e le sostituì, nel 1787, con consigli eletti, composti di un podestà e da tre a sei sindaci, scelti tra i più ricchi contadini. Due anni più tardi l'assemblea Costituente rivoluzionaria che era sopra questo punto d'accordo con l'antico regime, rettificò interamente la legge (14 dicembre 1789) e fu la volta dei borghesi del villaggio di depredare le terre comunali, ciò che s'affrettarono a fare durante tutto il periodo rivoluzionario. Però, il 16 agosto 1792 la Convenzione sotto la pressione delle insurrezioni dei contadini, decise di restituire ai comuni le terre che loro erano state tolte, da due secoli, dai signori, laici e religiosi;304 ma essa ordinò nello stesso tempo che queste terre fossero divise in parti eguali e solamente tra i contadini più ricchi (i cittadini attivi): misura che provocò nuove insurrezioni e fu abrogata l'anno dopo, con l'ordine di dividere le terre comunali fra tutti i membri del comune, ricchi e poveri, «attivi ed inattivi».
Queste due leggi, però, erano così opposte alle aspirazioni dei contadini che non furono punto ubbidite, e in ogni luogo dove i contadini avevano potuto riprendere possesso d'una parte delle loro terre, le tennero indivise. Ma allora vennero i lunghi anni di guerra, e le terre comunali furono confiscate dallo Stato (1794) come ipoteche per i prestiti dello Stato: come tali, furono divise in parti stabilite e messe in vendita; poi furono di nuovo restituite ai comuni e confiscate ancora una volta (1813). Infine nel 1816, ciò che ne restava, cioè più di 5.000.000 d'ettari di terre meno produttive, fu reso ai comuni rurali.
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