Le terre dei comuni rurali furono prese dai signori, ed in ciascun caso speciale l'approvazione fu sanzionata da un atto del Parlamento.
In Germania, in Austria, nel Belgio il comune fu pure distrutto dallo Stato. I casi nei quali i proprietari di beni comunali distribuivano essi le loro terre erano rari,311 mentre che dappertutto gli Stati favorivano l'appropriazione privata, oppure costringevano alla divisione.
L'ultimo colpo alla proprietà comunale nell'Europa centrale data pure dalla metà del secolo XVIII. In Austria, il governo ricorse alla forza brutale per costringere i comuni a dividere le loro terre, ed una commissione speciale fu nominata due anni più tardi a questo scopo. In Prussia, Federico II, in parecchie delle sue ordinanze (1752, 1763, 1765, 1769) raccomanda al Justizcollegien di costringere i contadini alla spartizione. Nella Slesia si prese una decisione speciale a tale scopo nel 1771. La stessa cosa accadde nel Belgio, e siccome i comuni non ubbidivano, una legge fu promulgata nel 1847 che dava potere al governo di comprare le praterie comunali per rivenderle al minuto, e di procedere ad una vendita forzata della terra comunale appena si trovava un acquirente.312 In breve, parlare della morte naturale dei comuni rurali «in virtù delle leggi economiche» è tanto una cattiva celia quanto parlar di morte naturale dei soldati che cadono sul campo di battaglia. Il fatto si è che i comuni rurali si sono mantenuti più di mille anni, e che in ogni luogo dove i contadini non furono rovinati dalle guerre e dalle tasse, non cessarono di perfezionare i loro metodi di coltivazione.
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