Ma siccome il valore della terra cresceva in conseguenza dell'accrescimento della popolazione e dello sviluppo delle industrie, la nobiltà che aveva acquistato, sotto l'ordinamento dello Stato, un potere mai avuto in regime feudale, s'impadronì delle migliori parti delle terre comunali e fece quanto potè per distruggere le istituzioni comunali.
Tuttavia le istituzioni del comune del villaggio rispondono così bene ai bisogni ed alle concezioni dei coltivatori del suolo che, a dispetto di tutto, l'Europa è oggi ancora coperta delle vestigia viventi dei comuni rurali; e la vita della campagna, in Europa, è ancora tutta piena delle abitudini datanti dal periodo dei comuni. Anche nell'Inghilterra, nonostante tutte le misure radicali prese contro l'antico ordine delle cose, questo à prevalso fino al principio del XIX secolo. Il Gomme - uno dei rari dotti inglesi che si sono occupati di questo argomento - mostra nella sua opera che molte tracce della proprietà in comune del suolo si incontrano nella Scozia; il «runrig tenancy» è stato conservato nel Forfarshire fino al 1813, mentre in certi villaggi dell'Inverness il costume era, fino al 1801, di fare la lavorazione della terra per tutto il comune, senza tracciare dei limiti e dividere dopo che la lavorazione era stata fatta. Nella parrocchia di Kilmorie (isola di Arran) la distribuzione e ridistribuzione dei campi fu in pieno vigore «fino a questi ultimi venticinque anni», e la commissione dei Crofters trovò tale sistema ancora in vigore in altre isole.
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