Abbiamo veduto ciò che fu fatto in Francia dai diversi governi per distruggere il comune rurale e per permettere alla borghesia di appropriarsene le terre; ma in dispetto di ciò, un decimo di tutto il territorio buono per la coltura, cioè 5.460.000 ettari, comprendenti la metà delle praterie naturali e quasi il quinto delle foreste del paese, resta proprietà comunale. Le foreste forniscono le legna per il riscaldamento dei membri del comune, ed il legno da costruzione è tagliato in gran parte con lavoro comunale, con tutta la regolarità desiderabile; i pascoli sono liberi per il bestiame dei membri del comune; e ciò che resta dei campi comunali è diviso e suddiviso in alcune parti della Francia, ad esempio nelle Ardenne, nel modo abituale.321
Questa sorgente d'approvvigionamento supplementare che aiuta i più poveri contadini nelle annate di cattivo raccolto, senz'essere forzati a vendere i loro pezzi di terra o senza dover ricorrere a prestiti funesti, ànno la loro importanza, sia per gli operai coltivatori sia per i piccoli proprietari contadini che sono quasi tre milioni. Senza queste risorse complementari la piccola proprietà rurale forse non potrebbe mantenersi. Ma la importanza morale delle proprietà comunali, per quanto piccole siano, è ancora più grande del loro valore economico. Esse conservano nella vita della campagna un nocciolo dei costumi e delle abitudini del mutuo appoggio che agì quale freno potente sullo sviluppo dell'individualismo senza pietà, dell'avidità, che la piccola proprietà non sviluppa troppo facilmente.
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