Ancora un esempio: nella provincia di Samara, il governo russo creò verso il 1840, a titolo di esperimento, 103 villaggi sotto il regime della proprietà individuale. Ogni famiglia ricevette uno splendido podere di 40 ettari. Nel 1890, i contadini di 72 villaggi, sopra i 103, avevano di già notificato il loro desiderio di introdurre il comune rurale. Traggo tutti codesti esempi dalla pregevole opera del «V. V.» che si è limitato a classificare i fatti riportati nella inchiesta da casa in casa, della quale abbiamo parlato.
Questo moto in favore della proprietà comunale è fortemente in opposizione alle teorie economiche correnti, secondo le quali la coltura intensiva è incompatibile con il comune rurale. Ma ciò che si può dire di più caritatevole relativamente a queste teorie, è, che esse non sono mai state sottoposte alla prova dell'esperienza: appartengono al dominio della metafisica politica. I fatti che abbiamo davanti a noi mostrano al contrario che, dappertutto dove i contadini russi, grazie al concorso di diverse circostanze, sono meno miserabili del solito, e dappertutto dove si incontrano uomini istruiti e di iniziativa tra loro vicini, il comune rurale diventa il mezzo stesso per introdurre dei perfezionamenti nell'agricoltura e nell'insieme della vita del villaggio, Qui, come altrove, l'aiuto reciproco è una miglior guida verso il progresso che la guerra di ciascuno contro tutti, come si vedrà dai fatti che seguono.
Sotto il governo di Nicola I molti funzionari della corona e dei proprietari di servi forzavano i contadini ad adottare la coltura in comune di una parte delle terre del villaggio, al fine di riempire ogni anno i granai delle provviste comunali, dopo che dei prestiti di grano sarebbero stati accordati ai membri bisognosi del comune.
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Samara Nicola I
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