Queste essendo le conclusioni alle quali siamo venuti nel precedente capitolo, abbiamo ora da esaminare le istituzioni di mutuo appoggio che possono esistere nel nostro tempo tra le popolazioni industriali.
Durante i tre ultimi secoli, le condizioni per lo sviluppo di tali istituzioni sono state tanto sfavorevoli nelle città quanto nei villaggi. Infatti quando le città del Medioevo furono sottomesse nel secolo XVI dagli Stati militari nascenti, tutte le istituzioni che serbavano l'unione nelle corporazioni e le città, tra gli operai, i padroni e i mercanti, furono violentemente distrutte. L'autonomia e l'autogiurisdizione della corporazione e della città furono abolite; il giuramento di fedeltà tra i fratelli della corporazione diventò un atto di fellonia verso lo Stato; i beni delle corporazioni furono confiscati nella stessa guisa delle terre dei comuni rurali, e l'organizzazione interna e tecnica di ogni mestiere fu accaparrata dallo Stato. Leggi sempre più severe furono fatte per impedire agli operai di unirsi. Per un dato tempo, alcune vestigia di antiche corporazioni furono tollerate; le corporazioni dei mercanti poterono sopravvivere a condizione di accordare generosamente dei sussidi ai re, e corporazioni di artigiani continuarono ad esistere, in quanto organi dell'amministrazione centrale. Qualcuna trascina ancora oggi una esistenza insignificante. Ma ciò che costituiva altra volta la forza della vita del Medioevo e della sua industria è sparito da molto tempo, sotto il peso schiacciante dello Stato centralizzato.
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