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      Nell'Inghilterra, paese che presenta il miglior esempio della politica industriale degli Stati moderni, noi vediamo il Parlamento incominciare la distruzione delle corporazioni dal XV secolo; ma fu sopra tutto nel secolo seguente che si procedette con misure decisive. Enrico VIII non solo distrusse la organizzazione delle corporazioni, ma ne confiscò i beni, mettendovi, - come dice Toulmin Smith, - ancora i minori pretesti e cerimonie che per confiscare i beni dei Monasteri.345 Edoardo VI ne terminò l'opera346 e dalla seconda metà del secolo XVI vediamo il Parlamento giudicare tutti i dissensi tra operai e mercanti, mentre prima venivano giudicati in ciascuna città, dalla città. Il Parlamento ed il re non solo fecero legge in queste contestazioni, ma mirando agli interessi della Corona nelle esportazioni, presero ben presto a fissare il numero degli apprendisti in ogni mestiere e regolarono minuziosamente la tecnica stessa di ogni lavorazione: il peso dei materiali, il numero dei fili in ciascun metro di stoffa. Con pochi successi, bisogna dirlo, poichè le contestazioni e le difficoltà tecniche che erano state regolate da secoli con convenzioni tra le corporazioni, dipendendo strettamente le une dalle altre, e dalle città federate, sfuggivano completamente alla competenza dello Stato centralizzato. La ingerenza continua dei suoi funzionari paralizzava infatti i mestieri e riduceva i più ad una rovina completa; così che gli economisti del XVIII secolo, levandosi contro i regolamenti delle industrie dello Stato, non fecero che esprimere il malcontento generale.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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