Un uomo annegò e gli altri furono gettati sulla spiaggia. Uno di questi ultimi, un bravissimo guardiacoste, fu trovato la mattina dopo tutto pesto e mezzo gelato, nella neve. Gli domandai come erano arrivati a fare uno sforzo così disperato. «Non lo so nemmeno io! - fu la risposta -. Noi vedevamo il naufragio davanti a noi; tutto il villaggio stava sulla spiaggia, e ci dicevano che sarebbe da pazzi mettersi in mare, che non potremmo mai resistere al mare. Vedemmo cinque o sei uomini aggrappati all'albero e fare dei cenni disperati. Noi tutti sentimmo che occorreva tentare qualche cosa, ma che potevamo fare? Passò un'ora, due ore e restammo là fermi. Ci sentivamo molto a disagio. Poi, tutto a un tratto, a traverso il rumore della tempesta, ci sembrò udire le loro grida: essi avevano un mozzo con loro. Non potemmo trattenerci più a lungo. Tutti insieme gridammo: «Occorre andarvi!». Le donne lo dissero pure; esse ci avrebbero trattati da vigliacchi, se non vi fossimo andati, quantunque il giorno dopo ci dissero che eravamo stati dei pazzi. Come un solo uomo ci slanciammo nella barca e partimmo. Essa si capovolse, ma noi ci aggrappammo ad essa. La cosa più triste fu il vedere il povero *** annegato vicino alla barca e non poter fare niente per salvarlo. Poi venne un'onda spaventevole, la barca si capovolse di nuovo, e fummo gettati alla riva. Gli uomini furono salvati dal battello di D., il nostro fu raccolto a ben due leghe da qui... Mi si trovò il mattino dopo nella neve».
Lo stesso sentimento animava pure i minatori della valle di Rhonda, quando lavorarono per arrecare soccorso ai loro compagni nella miniera inondata.
| |
Rhonda
|