Lo Stato basato su vaghe aggregazioni di individui, e volendo esserne il solo legame d'unione, non conseguiva il suo fine. Allora la tendenza all'aiuto reciproco spezzò le bronzee leggi dello Stato, apparve e s'affermò di nuovo in una infinità di associazioni tendenti ad inglobare tutte le manifestazioni della vita sociale ed a prendere possesso di tutto ciò di cui l'uomo à bisogno per vivere e per riparare le perdite causate dalla vita.
Ci si obietterà probabilmente che l'aiuto reciproco, pure essendo uno dei fattori della evoluzione, non rappresenta che un aspetto solo degli umani rapporti; che a lato di questa corrente, per quanto potente sia, esiste ed è sempre esistita l'altra corrente: l'affermazione dell'«io», dell'individuo. Quest'affermazione si manifesta, non solamente negli sforzi dell'individuo per conseguire una superiorità personale od una superiorità di casta, economica, politica o spirituale, ma anche in una funzione più importante, quantunque meno evidente: quella di spezzare i legami, sempre esposti a diventare troppo immutabili, che la tribù, il comune rurale, la città o lo Stato impongono all'individuo. In altri termini, vi è l'affermazione dell'«io» individuale, considerato come elemento di progresso.
È evidente che nessuna esposizione dell'evoluzione sarà completa, se non si terrà conto di queste due correnti dominanti. Ma l'affermazione di un individuo, o di un gruppo d'individui, le loro lotte per la superiorità ed i conflitti che ne risultano, sono già stati analizzati, descritti e glorificati da tempi immemorabili.
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