Se le città del Medioevo avessero durato abbastanza per condurre le loro scoperte fino a questo punto, le conseguenze etiche del rivolgimento effettuato dal vapore avrebbero potuto essere differenti; ma lo stesso rivolgimento nelle industrie e nelle scienze avrebbe avuto luogo inevitabilmente. Ci si può anche domandare se la decadenza generale delle industrie che seguì la rovina delle città libere e che fu così grande nella prima parte del XVIII secolo, non ritardò considerevolmente l'apparizione della macchina a vapore, come il rivolgimento industriale che ne fu la conseguenza.
Allorchè consideriamo la stupefacente rapidità del progresso industriale dal XII al XV secolo, - nella tessitura delle stoffe, nella lavorazione dei metalli, nell'architettura e navigazione - e che pensiamo alle scoperte scientifiche alle quali condusse questo progresso alla fine del XV secolo, siamo indotti a domandarci se l'uman genere non fu ritardato nel possesso di tutti i vantaggi di queste conquiste dalla depressione generale delle arti e delle industrie che seguì in Europa la decadenza delle città medioevali. La scomparsa dell'operaio artista, la rovina delle grandi città e la cessazione delle loro relazioni non potevano certamente favorire la rivoluzione industriale. Noi sappiamo, infatti, che James Watt perdette vent'anni e più della sua vita per rendere la sua invenzione utilizzabile, perchè non poteva trovare nel secolo XVIII ciò che avrebbe trovato così facilmente nella Firenze o nella Bruges del Medioevo: degli artisti capaci di capire le sue indicazioni, di eseguirle in metallo e di dare loro la finezza artistica e la precisione che richiede la macchina a vapore.
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