Il mercato locale, posto sotto la protezione di un vescovo, d'un monastero o di un principe, raggruppava tutta una popolazione di commercianti e di artigiani, ma non una popolazione di contadini. La divisione abituale delle città in sezioni, diramantesi attorno alla piazza del mercato e popolate d'operai dei differenti mestieri, ne è una prova; queste sezioni formavano generalmente la Vecchia Città, mentre la Nuova Città era un villaggio rurale appartenente al principe o al re. Le due città erano rette con leggi differenti.
È certo che il mercato à avuto una parte importante nello svolgimento primitivo di tutte le città del Medioevo, contribuendo ad accrescere la ricchezza dei cittadini e dando loro idee di indipendenza; ma come à fatto rilevare Carlo Hegel - l'autore molto noto di una buona opera generale sulle città tedesche del Medioevo (Die Entstehung des deutschen Städtewesens, Leipzig, 1898) - la legge della città non è la legge del mercato, e la conclusione di Hegel è che la città del Medioevo à avuto una doppia origine (ciò che conferma le opinioni emesse in questo libro). Vi si trovano «due popolazioni viventi fianco a fianco: l'una rurale e l'altra puramente urbana»; la popolazione rurale dapprima viveva sotto l'organizzazione dell'Almende, o comune rurale, che si trova incorporato nella città.
Per ciò che concerne le gilde mercantili, l'opera dell'Herman van den Linden (Les gildes marchandes dans les Pays-Bas au moyen âge, Gand, 1896, nella Recueil de Travaux publiés par la faculté de Philosophie et Lettres) merita speciale menzione.
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