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      Degradata questa nostra Nazione per tanti secoli sotto scettri di ferro, tanto è lontano, che la plebe conosca i dritti suoi, e la inestimabile felicità di avergli riacquistati, che non sa neppure attaccare un'idea adeguata alle voci libertà, eguaglianza, patria, republica, e sembra, che sventuratamente non sappia neppur immaginare, come si possa vivere senza padrone; non ostante, che non vi sia forse al mondo nazione, che abbia avuto mai altrettanti motivi, quanti la nostra da esecrare i Tiranni. La sua rigenerazione non può altronde sperarsi che dai lumi, e dall'istruzione e quindi a che il nostro Governo Provisorio ha fatto degli utilissimi provvedimenti su questo importantissimo oggetto. Ma dovendo ogni buon cittadino cospirare colle mire del Governo, sarà un tributo di patriottismo la stampa di questa operetta, la quale non può essere più opportuna all'istruzione, da che gli argomenti, che l'autore impiega, per ispirare l'amore della libertà, e l'odio alla tirannia, sono adatti alla capacità di tutta il mondo. Se i nostri cittadini la gradiranno sarà essa seguita da molte altre opere della stessa natura, le quali porranno la gioventù Napolitana nel caso di essere altrettanto istruita nelle materie politiche, quanto quella di qualunque più illuminata Nazione, e di poter affrettare il saldo stabilimento, e la felicità della nostra nascente Republica, da cui forse dipende quella di tutta la bella Italia. Giovani Republicani, che formate le più belle speranze della Nazione, se volete ottenere questo grande intento, profittate del salutare ricordo, del dono patriottico di un grande ed illustre nostro cittadino, e non fate, per Dio, scappare questo tempo prezioso di entusiasmo, per istabilire tra voi, e spargere per tutta la Nazione, le solide virtù, senza le quali, non può la democrazia reggere, e molto meno prosperare.


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Discorso di Stefano della Boetie della schiavitù volontaria o il Contra uno
Etienne de la Boetie
di
1799 pagine 55

   





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