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      Ma neppure io esigo da lui un sì grande ardimento: soltanto io non so perdonargli ch'egli preferisca una certa non so quale sicurezza di vivere agiatamente. Che! se per avere la libertà non ci vuol altro, che bramarla; se non v'è di bisogno, che di un solo atto di volontà, troverassi ancora una Nazione nel mondo, che la giudichi troppo cara merce, potendola acquistare con un semplice desiderio? A che dolersi della spesa d'un proprio atto di volontà per ricuperare un bene, che redimer dovrebbesi a prezzo di sangue? un bene perduto il quale ogni uomo d'onore dovrebbe stimar noiosa la vita, e la morte salutevole? E per verità nella stessa guisa, che il fuoco d'una picciola scintilla diviene vasto incendio, e sempre si rinvigorisce quanto più esca ritrova, e fassi ognora più pronto a consumare, ma alla fine non accostandovi più legna anche senza usar acqua per ispegnerlo, non avendo più che consumare, consuma se stesso, perde ogni forma, e cessa d'essere fuoco così parimenti i tiranni sempre di più esigono, sempre di più devastano, sempre di più distruggono a misura che più loro accordasi, e quanto più si servono viemmaggiormente si rinvigoriscono, e divengono sempre più forti, e più vigorosi per tutto annientare, e distruggere; ma se nulla loro accordasi, se niegasi loro l'obedienza, senza ferire, senza combattere essi rimangono nudi, disfatti, e ridotti al nulla; e nell'istessa guisa, che una radice priva d'alimento, e di succo nutritizio, diviene un arido e morto ramo.
      I coraggiosi per acquistar quel bene, che domandano non temono punto i pericoli, nè i ben accorti qualunque travaglio.


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Discorso di Stefano della Boetie della schiavitù volontaria o il Contra uno
Etienne de la Boetie
di
1799 pagine 55

   





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