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      I vili, e gli stupidi non sanno nè tollerare il male, nè ricuperare il bene. Eglino limitansi intorno a ciò al puro desiderio, e il valore di aspirarvi viene loro dalla viltà rapito nel mentre, che la brama di ottenerlo rimane loro per natura. Cotesto desio, cotesta voglia d'acquistare tutto ciò, il cui possesso renderebbe contenti, e beati, sono comuni del pari al savio, e all'imprudente, all'animoso, e al codardo; una sola cosa osservasi, nella quale (io non saprei per qual cagione) la natura vien meno agli uomini per desiderarla. Questa è la libertà, che pure è un bene sì grande, e sì delizioso, che perdutala, tutte le calamità se ne vengono in seguito, ed i beni stessi, che dopo lei rimangono, essendo corrotti dalla schiavitù, perdono totalmente ogni lor gusto, e sapore. Io son d'avviso, che gli uomini escludono da' loro desiderj la sola libertà, per questo appunto che l'avrebbero se la bramassero: quasi che ricusassero di fare sì bell'acquisto soltanto per esser egli facile a conseguirsi.
      Miserabili e sciagurate genti, popoli insensati, nazioni ostinate nel proprio male, e cieche ai propri vantaggi, voi vi lasciate involare davanti agli occhi la migliore, e la più sicura porzione delle vostre rendite, saccheggiare i vostri campi, dirubare le vostre case, e spogliarle dalle paterne, ed avite suppellettili voi vivete in un modo tale da poter dire, che nulla vi appartiene, e sembrerebbe, ch'ormai fosse per voi gran ventura il disporre per metà de' vostri beni, delle vostre famiglie, e delle vostre vite.


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Discorso di Stefano della Boetie della schiavitù volontaria o il Contra uno
Etienne de la Boetie
di
1799 pagine 55