Non si avviserebbe egli piuttosto di pensare, che, sortendo da una città d'uomini, foss'entrato in un serraglio di fiere? Dicesi di Licurgo il legislatore di Sparta, che allevati avesse due cani tutti e due gemelli, e allattati dal medesimo latte(5), uno però ingrassato nella cucina, e l'altro avvezzato ne' campi al suono della tromba, e della cornetta: volendo un giorno dimostrare al popolo Lacedemone che gli uomini sono di quella tempra, che loro presta l'educazione collocò i due cani in mezzo al pieno mercato, e fra l'uno, e l'altro una zuppa, ed un lepre: il primo corse tosto al piatto, e il secondo al lepre. Allora disse loro: vedete! e pure sono gemelli. Così quel grand'uomo colle sue leggi, e colla sua politica educò, e rese tali gli Spartani, che ciascheduno di loro avrebbe piuttosto voluto soffrire mille morti, che riconoscere altro signore fuorchè la legge.
Io sempre mi compiaccio nel rammentare un racconto, che faceano un tempo fra di loro i corteggiani di Serse, il gran re di Persia, relativamente agli Spartani. Mentre Serse facea gli apparecchi della grande armata per andare alla conquista della Grecia, egli spedì innanzi li suoi ambasciatori a tutte le città greche per domandar loro la terra, e l'acqua: (era questa la formola, colla quale avean costume i Persiani d'intimar la resa alle città). A Sparta però e ad Atene si astenne d'inviarne alcuno, perchè di quelli, che Dario il di lui genitore avea loro altra volta mandato a fare una consimile domanda, ne aveano gli Spartani ed Ateniesi alcuni sepolti dentro ai fossi, ed altri precipitati ne' pozzi, dicendo loro, che andassero pure a prender colà francamente la terra, e l'acqua da portare al loro sovrano.
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