E ciò è sempre accaduto perchè cotesti cinque o sei hanno avuto l'orecchio del tiranno, o per esserglisi avvicinati da loro stessi, o per essere stati da lui chiamati per fargli complici delle proprie crudeltà, compagni de' suoi piaceri, favoreggiatori delle sue libidini, e partecipi delle sue rapine. Cotesti cinque o sei sanno col bene formare il lor capo, che, in forza della società seco loro contratta, egli deve esser malvagio non solo per le sue proprie sceleraggini, ma ancor per le loro. Cotesti sei hanno altri seicento, che profittano sotto di loro, i quali fanno ai loro protettori ciò che costoro fanno al tiranno. Cotesti seicento hanno alla loro immediazione seimila, che hanno innalzati a gran condizione e cui han fatto affidare il governo delle provincie, o il maneggio del publico denaio affinch'essi si prestino alla loro avarizia, e crudeltà, e l'esercitino poi quando sarà tempo, e finalmente faccian tanto di male, che non possano più sostenersi, che all'ombra loro, nè esentarsi, chè loro mercè dalla punizione, e dalle leggi.
Infinita è la seguela, che tien dietro tutti costoro. E chi volesse pigliarsi spasso di vedere fin dove va a terminare questa fila, troverebbe, che non i seimila, ma centomila, ma i milioni sono attaccati tutti al tiranno per mezzo di questa corda, della quale costui servesi, come Giove, in Omero, che millantasi di potere strascinare a sè tutti gli Dei, tirando la sua catena. Da ciò traeva origine sotto Giulio l'aumento del Senato, l'istituzione di nuove cariche, l'elezione di nuovi officj, non già certamente per prevalersene alla migliore riforma della giustizia, ma per servirsene di nuovi sostegni della tirannide.
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Giove Omero Giulio Senato
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