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      In somma si giunge ad un tal punto per mezzo dei favori, e della catena de' guadagni, e riguadagni, che si fanno sotto i tiranni, che si trovano quasi altrettante persone, alle quali la tirannia sembra essere, profittevole, quante di quelle a cui la libertà sarebbe grata. In quella guisa, che, al dir de' medici, se havvi nel nostro corpo qualche umor guasto, tosto che vi si è formato in qualche di lui parte alcun tumore, tutto concorre a quella parte viziata: così immediatamente, se un re si è dichiarato tiranno, tutto il cattivo e tutta la feccia del regno (io non intendo già di parlare qui de' ladroncelli, e de' frustrati, che non sono in grado di fare nè gran bene nè gran male in una Republica, ma di tutti i grandi avari, ed ardenti ambiziosi) si radunano intorno a lui affine di sostenerlo, e partecipare al bottino, e di farsi essi stessi sotto il gran tiranno piccoli tirannucci. Così parimenti usan di fare i grandi masnadieri, ed i famosi corsari. Alcuni scoprono paese, altri tengon dietro ai viandanti, altri mettonsi in imboscata, altri in sentinella; questi massacrano, quelli spogliano, e sebbene anche fra di loro si riconoscano certe preminenze, e che gli uni non sieno che famigli, e gli altri capi della masnada, pure non ve ne ha alcuno, che non tocchi una parte della principal preda, o della ricerca, che si è fatta. Dicesi, che i pirati Cilicj non solo eransi ragunati in sì gran numero, che convenuto era spedir contro di loro il gran Pompeo, ma eziandio, che tirarono nella loro confederazione molti gran popoli, e belle città, ne' porti delle quali mettevansi in sicuro ritornando dal corso, alle quali in ricompensa accordavano qualche profitto per aver tenuto in custodia le loro rapine.


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Discorso di Stefano della Boetie della schiavitù volontaria o il Contra uno
Etienne de la Boetie
di
1799 pagine 55

   





Republica Cilicj Pompeo