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      Che un processo di trasformazione dei popoli arretrati, o arrestatisi nel loro cammino, possa avverarsi ed affrettarsi per esterni influssi, sta lì l'India a provarlo, che già vivace ancora di sua propria vita, sotto l'azione poi dell'Inghilterra rientra ora con vigore nella circolazione della operosità internazionale, per fino nei suoi prodotti intellettuali. Né sono questi i soli contrasti nella fisionomia storica dei contemporanei. Ecco, mentre lì nel Giappone, per un fenomeno acuto e spontaneo di imitazione, si sviluppa in men di trent'anni una certa relativa assimilazione della civiltà occidentale, che muove già normalmente le energie proprie del paese stesso, il diritto e l'imposizione della conquista russa trae nella cerchia della industria moderna, e anzi della grande industria, qualche punto notevole dei paesi oltre il Caspio. La mole gigantesca della Cina ci è apparsa fino a pochi anni fa quasi immobile nell'atavistico assetto delle sue istituzioni, tanto vi è lento ogni movimento: mentre, per ragioni etniche e geografiche, quasi tutta l'Africa rimaneva impermeabile, e, fino agli ultimi tentativi di conquista e di colonizzazione, pareva non dovesse offrire all'azione della civiltà, che il solo suo perimetro, come fossimo, non che ai tempi dei portoghesi, a quelli dei greci e dei cartaginesi.
      Tali differenziazioni degli uomini, sul cammino della storia e della preistoria, ci paiono spiegabilissime, quando c'è modo di ricondurle alle condizioni naturali ed immediate, che impongano limiti allo sviluppo del lavoro.


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Del materialismo storico
Dilucidazione preliminare
di Antonio Labriola
pagine 163

   





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