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      Col crescere della coscienza di tale situazione nei proletarii, cui l'insegnamento della solidarietà viene dalle condizioni stesse della loro reggimentazione, e col decrescere della capacità nei detentori del capitale a conservare la privata direzione del lavoro produttivo, si verrà ad un punto in cui, di un modo o dell'altro, con la eliminazione di ogni forma di rendita, interesse e profitto privato, la produzione passerà all'associazione collettiva, ossia sarà comunistica. Così cesseranno tutte le disuguaglianze, che non siano quelle naturali del sesso, dell'età, del temperamento e della capacità; cesseranno, cioè, tutte le disuguaglianze, che hanno attinenza alle classi economiche, e anzi da queste son generate: e sparite le classi verrà meno la possibilità dello stato, come dominio dell'uomo su l'uomo. Il governo tecnico e pedagogico dell'intelligenza sarebbe l'unico ordine della società.
      Per cotal via il socialismo scientifico, per ora idealmente almeno, ha superato lo stato; e superandolo lo ha inteso a fondo, così nel suo modo di origine, come nelle ragioni di sua naturale sparizione. E lo ha inteso appunto perché non gli si leva contro in modo unilaterale e soggettivo, come fecero già più volte in altri tempi cinici, e stoici, ed epicurei d'ogni maniera, e poi settarii religiosi, e cenobiti visionani, e utopisti da conventicola, e da ultimo anarchisti d'ogni tinta e colore. Anzi, più che levarglisi da sé contro, il socialismo scientifico ha mirato a mostrare, come lo stato si sollevi di continuo da sé contro se stesso, creando nei mezzi di cui non può fare a meno, p. e. colossale finanza, militarismo, suffragio universale, estensione della coltura, e così via, le condizioni della sua propria rovina.


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Del materialismo storico
Dilucidazione preliminare
di Antonio Labriola
pagine 163