Invece, per il rapido progresso della scienza astratta nell'ambito delle democrazie essi giunsero ben per tempo alle più ardite discettazioni logiche, retoriche e pedagogiche su la natura del diritto, dello stato, della legge, della pena; onde poi nella loro filosofia si trovano le forze rudimentali di tutte le discussioni posteriori. Ma solo più tardi, cioè ai tempi dell'Ellenismo, quando i confini della vita greca s'erano tanto slargati da confondersi con quelli del mondo civile, nell'ambito di quel cosmopolitismo, che portava con sé il bisogno di cercare in ogni uomo l'uomo, nacque il razionalismo del diritto, o il diritto di natura, nella forma che gli impresse la filosofia stoica. Cotesto razionalismo greco, che aveva offerto già qualche elemento formale alla codificazione logica del Diritto Romano, risorse nel secolo decimosettimo nella dottrina che fu appunto del diritto naturale.
Da varie fonti, dunque, derivò la ideologia, che è servita da arma di critica e da istrumento per dare forma giuridica all'ordinamento economico della società moderna.
Nel fatto, però, cotesta ideologia giuridica riflette, nella lotta per il diritto e contro il diritto, il periodo rivoluzionario dell'intelletto borghese. E per quanto pigli dapprima le mosse dottrinarie dal ritorno alla tradizione filosofica antica, e dalla generalizzazione della giurisprudenza romana, in tutto il resto e in tutto il suo genuino sviluppo è affatto nuova e moderna. Il Diritto Romano, per quanto generalizzato dalla scuola e dalla elaborazione moderna, rimane sempre in se stesso una raccolta di casi non dedotti da preconcezione di sistema, né preordinati dalla mente sistematica di un legislatore.
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