All'ideologia bisognava sostituire la storia delle istituzioni giuridiche. La filosofia del diritto finì in Hegel; e se c'è chi voglia obiettare in nome dei libri pubblicati dappoi, dirò, che la carta stampata dai professori non è proprio e sempre l'indice del progresso del pensiero. La filosofia del diritto si converte così nella trattazione filosofica della storia del diritto. E come la filosofia storica metta capo nel materialismo economico, e in che senso il comunismo critico sia l'inversione di Hegel, non occorre qui di ripetere ancora una volta.
Cotesta rivoluzione, che pare di sole idee, non è se non il riflesso intellettuale delle rivoluzioni accadute nella vita pratica.
Nel nostro secolo il legiferare è diventato una malattia; e la ragione imperante nella ideologia giuridica è stata detronizzata dai parlamenti. In questi le antitesi degl'interessi di classe hanno assunta la forma di partiti; e i partiti si schierano pro e contro a determinati diritti; onde tutto il diritto apparisce, o come un semplice fatto, o come cosa che sia utile o non utile di fare.
Il proletariato s'è levato: e, dovunque la lotta operaia s'è precisata, i codici borghesi ne son rimasti sbugiardati. La ragione scritta si è mostrata impotente a salvare i salarii dalle oscillazioni del mercato, a garentire donne e fanciulli dagli orarii vessatorii delle fabbriche, o a trovare un solo dei suoi acuti ripieghi per risolvere il problema della disoccupazione. La sola limitazione parziale delle ore di lavoro ha dato materia ed occasione ad una lotta gigante.
| |
Hegel Hegel
|