Il processo ed il progresso della tecnica, come sono l'indice, così sono la condizione di ogni altro processo e progresso.
La società è per noi un dato, che noi non possiamo risolvere, oltre a quella maniera di analisi, che si fa riducendo le forme complesse alle più semplici, le moderne alle più antiche: il che è rimanere, però, sempre nel fatto di una società che esiste. La storia non è se non la storia della società; - ossia è la storia del variare della cooperazione umana, dall'orda primitiva allo stato moderno, dalla lotta immediata contro la natura, con pochi ed elementarissimi istrumenti, fino alla struttura economica presente, che culmina nella polarità tra lavoro accumulato (capitale) e lavoro vivo (i proletarii). Risolvere il complesso sociale in semplici individui, e ricomporlo poi con escogitati atti di elezione e di volontà; - costruire, insomma, la società coi ragionamenti, significa sconoscere la natura obiettiva e l'immanenza del processo storico.
Le rivoluzioni, nel senso più esteso della parola, e poi in quello specifico di rovina di un ordinamento politico, segnano le vere e proprie date delle epoche storiche. Guardare di lontano, nei loro elementi, nella loro preparazione e nei loro effetti a lunga scadenza, esse possono parere come i momenti di una evoluzione costante, a minimi di variazione: ma considerate per se stesse sono definite e precise catastrofi; e solo come tali catastrofi hanno carattere di accadimento storico.
X.
Per fino, dunque, la morale, e l'arte, e la religione e la scienza sarebbero prodotti delle condizioni economiche?
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