Raccomandare agli uomini la morale, supponendone o ignorandone le condizioni, ecco quale fu fin ad ora la mira ed il genere di argomentazione di tutti i catechisti. Riconoscere che queste condizioni son date dal circostanziato ambiente sociale, ecco ciò che i comunisti contrappongono all'utopia ed alla ipocrisia dei predicatori di morale. E in quanto vedono nella morale, non un privilegio di predestinati, né un dono della natura, ma una resultante della esperienza e della educazione, essi riconoscono la perfettibilità umana per ragioni ed argomenti che, sono, dirò, più morali ed ideali di quelli che furono di solito e spensieratamente accampati dagli ideologisti.
In altri termini, l'uomo sviluppa, ossia produce se stesso, non come ente genericamente fornito di certi attributi, che si ripetano o si svolgano secondo un ritmo razionale; ma produce e sviluppa se stesso, come causa ed effetto, come autore e conseguenza ad un tempo, di determinate condizioni, nelle quali si generano anche determinate corretni di idee, di opinioni, di credenze, di fantasia, di aspettazioni, di massime. Di qui nascono le ideologie di ogni maniera, come anche le generalizzazioni della morale in catechismi, in canoni e sistemi. Non è quindi da meravigliare se coteste ideologie, un avolta che sian nate, vengano poi coltivate a parte per forza di astrazione: tanto che da ultimo paiono come distaccate dal terreno di vita in cui son sorte, e quasi stessero al di sopra degli uomini, a guisa di imperativi e di modelli.
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