Le forze estranee ed obiettive, che finora dominavano la storia, passano sotto la vigilanza degli uomini. Solo da tal punto in poi gli uomini faranno con piena coscienza la loro propria storia; solo da tal punto in poi le cause sociali, che essi metteranno in moto, potranno raggiungere, in gran parte, e in ragione sempre crescente, i voluti effetti. Questo è il salto del genere umano dal regno della necessità in quello della libertà. Compiere cotesta azione liberatrice del mondo, ecco la missione storica del proletariato moderno (7).
Se Marx ed Engels fossero stati mai facitori di frasi, se la mente loro non fosse stata resa cauta, fino allo scrupolo, dall'uso e dall'applicazione cotidiana e minuta dei mezzi scientifici, se il contatto assiduo con tanti cospiratori e visionarii non li avesse resi aborrenti da ogni utopia, fino alla pedanteria dell'opposto, tali enunciati potrebbero esser tenuti in conto di geniali paradossi, che sfuggano all'esame della critica. Ma quegli enunciati sono come la chiusa, anzi sono l'effettiva conclusione, della dottrina del materialismo storico. Resultano a filo diritto dalla critica dell'economia e dalla dialettica storica.
In tali enunciati, del resto sviluppabili, come avrò occasione di mostrare in altro luogo, si riassume tutta la previsione dell'avvenire, che non sia, né voglia essere, romanzo, o utopia. E in questi enunciati stessi è una adeguata e conclusiva risposta alla domanda con la quale comincia questo capitolo: se, cioè, nelle serie degli accadimenti storici ci sia da ultimo ed effettivamente senso e significazione.
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Marx Engels
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