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      E allora, per una strana illusione da erudito, accade che i termini di confronto, che sono nell'abito subiettivo del critico, divengano surrettiziamente come dei termini di effettiva derivazione. Così stava accadendo al Masaryk; quando ecco che lui, nel bel mezzo delle sue tentate comparazioni, si contraddice, e sentenzia (p. 166): "Nel fatto Marx viene a formulare ciò che, come suol dirsi, si trovava nell'aria, e perciò io non ho dato gran peso ai singoli influssi su la sua formazione intellettuale". Ergo - direi io - ricominciate da capo, e anzi invertite. Nell'autore, che trattate, s'è avverata appunto questa inversione, che dalla critica dell'economia e dal dato delle lotte di classe egli risalì ad una nuova concezione storica (e non per modificare, s'intenda bene, ciò che tecnicamente dicesi disciplina della ricerca storica), e per quella via poi ad una nuova orientazione su i problemi generali della conoscenza. Ma voi forzate le cose, ma voi le alterate del tutto, mettendovi per una via che non è quella percorsa dall'obietto del vostro esame. Ma si capisce, voi filosofo professionale scendete dall'alto delle definizioni al particolare del materialismo storico; e, con tutto il dovuto ossequio alla metodologia, giungete alla teoria delle lotte di classe (pp. 168-234) come si arriva a un corollario.
      Anche qui la fedeltà della esposizione materiale rende più sensibile la incapacità alla comprensione intima e viva. Qua e là alcune utili osservazioni su la imprecisione dei termini borghesia, proletariato e simili, e poi delle altre di maggior valore su la irriducibilità di tutta la società presente alle due famose classi, data la sua più varia e complessa articolazione.


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Del materialismo storico
Dilucidazione preliminare
di Antonio Labriola
pagine 163

   





Masaryk Marx