Gli fece da pendant Marx con la dottrina unilaterale del lavoro. Il marxismo ebbe il torto di rimanere negativo. "Il Capitale non è se non la trascrizione economica del Mefistofele del Faust" (sic! a p. 516 - e chi non mi crede vada a riscontrare!) Da ultimo sappiamo - se io ho ben capito - che nel ritorno a Kant, e nel declinare dello spirito rivoluzionario verso il parlamentarismo, consiste l'essenziale della crisi; ossia, l'inizio dell'epoca Masaryk nella storia del mondo.
Dunque Kant e il parlamento! Ma quale Kant? Quello della privatissima vita privata del signor Philister di Königsberg? - o quell'altro autore rivoluzionario di scritti sovversivi, che parve ad Heine un altro degli eroi della grande rivoluzione? E quale parlamento di ordinaria e
consuetudinaria fattura è chiamato a trasformare la storia? Diremo allora Kant e la Convenzione: - ma questa succedette alla rivoluzione, cioè allo sgretolamento di tutto un sistema sociale, alla rovina di tutto un ordinamento politico, allo scatenamento di tutte le passioni di classe... e basta. Il signor Masaryk, come professionista di sociologia accademica, ha il diritto di ignorare quella storia viva, agitata, impulsiva, passionata che piace a quegli altri mortali, i quali hanno il senso simpatetico della realtà umana; e può perciò comodamente adagiarsi nella persuasione che il periodo delle rivoluzioni è oramai sorpassato per sempre, e che siamo definitivamente entrati in quello delle lente evoluzioni, anzi nell'idillio della quieta e rassegnata ragione.
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