455-81). Qui ci si rivela qual vero decadente. Cattolicesimo e protestantesimo sono ancora fatti arcivivi, e decisivi inoltre sulle sorti del mondo! Anzi noi tutti siamo, o l'una cosa, o l'altra. Anzi tutta la filosofia moderna è protestante, e non c'è filosofia cattolica se non per nefas (e il vostro Comte?). In Marx c'è un elemento cattolico, non solo per aver egli adottato il socialismo francese, il quale è cattolico e repugna alla coscienza protestante, ma perché fu autoritario, nemico della individualità, internazionalista e seguace dell'obiettivismo assoluto (p. 476). Come la Rivoluzione Francese fu in gran parte un movimento religioso, così un che di religioso è implicito a tutto il socialismo contemporaneo. Qua e là s'accenna all'idea, che protestantesimo e cattolicesimo in un certo modo reciprocamente si completino; - e può darsi che l'A. pensi che si prepari ora nel socialismo la religione dell'avvenire, attesoché "la fede sia il più alto obiettivismo dell'uomo normale, e perciò ipso facto sociale; - ma l'obiettivismo di Marx è troppo bilioso" (p. 480).
Se la religione è perenne, se lo stato è immortale, se il diritto è naturale, figurarsi poi se l'etica (pp. 482-500) non debba essere supereterna. L'A. rivendica alla coscienza morale il carattere del dato indiscutibile ed immediato. Non mi soffermo a dichiarare come qualmente non occorra di essere né materialisti della storia, né materialisti semplici, per relegare tra le fiabe cotesta opinione infantile; e faccio perciò grazia all'A. delle citazioni degli articoli di riviste, nei quali i Bernstein, gli Schmidt e simili socialisti avrebbero rivendicate le ragioni dell'etica contro l'amoralismo di Marx (p 497). Taccio del socialismo per rispetto all'arte (pp.
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