500-8).
Per tutte coteste ragioni, leggendo ciò che l'A. scrive nella quinta sezione (pp. 520-85) intorno alla politica pratica del socialismo, trattandone in due capi, intitolati l'uno rivoluzione e riforma, e l'altro marxismo e parlamentarismo, ci si trova in presenza di un artefatto dottrinale della più bella specie verbalistica. Che il socialismo siasi venuto sviluppando, in questi ultimi cinquanta anni, dalla setta al partito, è cosa abbastanza nota. Che il comunismo imperativo e categorico di una volta, sia divenuto la democrazia sociale, gli è altrettanto risaputo. Che i partiti socialistici spieghino presentemente un'azione pratica varia e circostanziata, come gli è un fatto storico, gli è anche da parte loro come un fare la storia. Che in tutte coteste cose si commettano degli errori, e ci siano delle pratiche incertezze, gli è un fatto umanamente inevitabile: ma gli è anche vero, che, per intenderle coteste cose, bisogna pur viverci dentro, e con occhio e con senso da storico osserva tore. E che fa il signor Masaryk? Ma lui non vede che categoremi; - ed ecco come il passaggio è tutto dal rivoluzionarismo sistematico alla negazione della possibilità di qualsiasi rivoluzione, dal romanticismo all'esperienza, dall'aristocrazia rivoluzionaria all'etica democratica, dall'imperativo categorico all'empirismo, dall'obiettivismo puro all'autocriticità, dal Titanismo al non so che cosa, ma si sa solo che "Faust-Marx diventa elettore" (p. 562). Fortunati voi elettori socialistici che completate Goethe!
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Masaryk Titanismo Goethe
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