- E poi ecco qui uno specioso metodo: assumere la persona di Marx (del quale non so perché l'A. dica d'ignorare la biografia! p. 517) come indefinitamente prolungata attraverso tutti gli atti e tutte le manifestazioni dei partiti e della stampa socialistica, e metter poi a carico del marxismo del signor Carlo Marx, come fossero i ravvedimenti e pentimenti suoi proprii, le parole e gli atti di tutti gli altri. Ma pare che la Nemesi sia giunta - perché quel benedetto Marx volle essere troppo diverse cose ad un tempo stesso, e cioè filosofo tedesco e rivoluzionario latino, protestante e cattolico, - e la vendetta del protestantesimo è poi venuta (p. 566), cosicché gli è qui il definitivo motto della crisi, gli è qui il senso schietto del nuovo 9 Termidoro di Massimiliano Carlo Robespierre Marx.
Non varrebbe la pena di seguire l'A. là dove va racimolando in tutta la stampa socialistica, e negli atti dei partiti, le prove della dissoluzione del marxismo per opera dei marxisti, che sarebbero come un Marx prolungato. La tesi è che il socialismo diventa costituzionale. Per la tesi tutto è buono, anche l'invocare la testimonianza di E. Ferri, il quale avrebbe detto, non so veramente dove, che la repubblica è un privato interesse dei partiti borghesi. Dunque niente repubblica! E la speranza dell'A. è questa, "che, perdendo il socialismo i caratteri acuti dell'ateismo, del materialismo e del rivoluzionarismo, si venga in fin delle fini ad un verace democratismo, il quale acquisti le proporzioni di una universale concezione della vita e del mondo.
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