Né si tratta di scegliere. Tutta la operosità scientifica e politica, tutta la produzione letteraria, sia pur essa occasionale, dei due fondatori del socialismo critico, deve esser messa alla portata dei lettori. Non si tratta già di compilare un Corpus juris, né di redigere un Testamentum juxta canonem receptum; ma di mettere insieme una elaborata raccolta di scritti, perché essi parlino direttamente a chiunque abbia voglia di leggerli. Solo così gli studiosi di altri paesi potranno avere a loro disposizione tutte le fonti, che altrimenti apprese, per via di incerte riproduzioni o di vaghi ricordi, han dato luogo a questo strano fenomeno, che non c'era fino a poco tempo fa quasi scritto alcun di lingua non tedesca sul marxismo, che procedesse da una critica documentata; specie se tali scritti uscivano dalla penna degli scrittori di altri partiti rivoluzionarii, o di altre scuole socialistiche. Il caso tipico è quello degli scrittori anarchisti, pei quali, specie in Francia ed in Italia, l'autore del marxismo pare il più delle volte non sia esistito se non per essere lo staffilatore di Proudhon e l'avversario di Bakunin, quando non divenga il semplice caposcuola di quella che agli occhi loro è la massima delle reità, ossia il rappresentante tipico del socialismo politico, e quindi - o infamia! - anche parlamentare.
Tutti cotesti scritti hanno un fondo comune; e questo è il materialismo storico, inteso nel triplice aspetto, di tendenza filosofica nella veduta generale della vita e del mondo, di critica dell'economia, che ha modi di procedimento riducibili in leggi solo perché rappresenta una determinata fase storica, e di interpretazione della politica, e soprattutto di quella che occorre e giova alla direzione del momento operaio verso il socialismo.
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