Quell'opera, per quanto vasta di tre volumi in quattro non piccoli tomi, può parere, a confronto di tali enciclopediche compilazioni, come rassomigliante ad una colossale monografia. Il suo soggetto principalissimo è la origine ed il processo del sopravvalore (nell'orbita, s'intende, della produzione capitalistica), poi, dopo combinata la produzione con la circolazione del capitale, la spartizione del sopravvalore stesso. Sta come presupposto del tutto la teoria del valore, portata a compimento su la elaborazione che ne avea fatta la scienza economica per un secolo e mezzo: teoria che non rappresenta mai un factum empirico tratto dalla volgare induzione, né esprime una semplice posizione logica, come qualcuno ha almanaccato, ma è la premessa tipica, senza della quale tutto il resto non è pensabile. Le premesse di fatto, ossia il capitale preindustriale e la genesi sociale del salariato, sono i capisaldi della spiegazione storica dell'iniziarsi del capitalismo attuale: - il meccanismo della circolazione, con le sue leggi secondarie e laterali, e da ultimo i fenomeni della distribuzione, guardati nei loro aspetti antitetici e di relativa indipendenza, formano il tramite e le illazioni, attraverso il quale e per le quali, si arriva ai fatti di configurazione concreta, come ce li porge il movimento apparente della vita di tutti i giorni. Il modo di rappresentazione dei fatti e dei processi è generalmente tipico, perché si suppongon sempre come già tutte esistenti in atto le condizioni della produzione capitalistica: ond'è, che le altre forme di produzione vengono illustrate, o solo in quanto furono superate di già, e per il modo come furono superate, o in quanto, come residuo, tornan di limite e d'impedimento alla forma capitalistica.
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