Le contraddizioni che essi notano non sono le contraddizioni del libro col libro stesso, non sono le infedeltà dell'autore alle sue premesse e promesse: ma sono le stesse condizioni antitetiche della produzione capitalistica, che, enunciate in formule, si presentano allo spirito pensante come contraddizioni. Rata media di profitto in ragione della quantità assoluta del capitale impiegato, e, cioè, indipendentemente dalla varia composizione sua, ossia dalla proporzione fra capitale costante e capitale variabile; - prezzi che si costituiscono sul mercato per via di medie, che oscillano con assai difforme oscillazione intorno al valore, e da questo si dilungano;
- interesse puro e semplice del danaro posseduto come tale, e abbandonato a prestito all'industria degli altri; - rendita della terra, cioè di ciò che non fu mai prodotto di alcun lavoro; - queste ed altre smentite alla così detta legge del valore (- gli è proprio quel termine di legge che imbroglia i cervelli di molti! -) son le antitesi stesse del sistema capitalistico. Queste antitesi, ossia l'irrazionale, che, malgrado che paia irrazionale, esiste - a cominciare dal primissimo irrazionale, che cioè il lavoro del lavoratore salariato renda a chi lo piglia a mercede un prodotto superiore al costo (salario) - questo vasto sistema delle contraddizioni economiche (per tale espressione sia reso onore a Proudhon!) è ciò che ai socialisti sentimentali, ai socialisti semplicemente ragionatori, e poi via via ai declamatori radicali, apparisce come l'insieme delle ingiustizie sociali: - di quelle ingiustizie, che la onesta gente fra i riformatori vorrebbe eliminare con degli onesti ragionamenti di legge!
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Proudhon
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