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      Da giovane io sentii più volte ripetere questa storiella, che, cioè, Hegel dicesse: un solo dei miei scolari mi ha capito. La storiella non si presta a verifiche, perché quel tale scolaro verissimo non fu fino ad ora identificato. Questa storiella può ripetersi all'infinito, da sistema a sistema, e da scuola a scuola. Come in fatto di attività intellettuale non c'è luogo alla suggestione, e come il pensiero non si trasfonde meccanicamente da cervello a cervello, così i grandi sistemi non si diffondono, se non per la similarità delle condizioni sociali, che vi dispongano e v'inclinino molte menti in uno e medesimo tempo. Il materialismo storico si allargherà, si diffonderà, si specificherà, avrà esso stesso una storia. Forse da paese a paese avrà modalità e colorito diverso. E ciò non sarà gran male; purché rimanga in fondo il nocciolo, che n'è, come a dire, tutta la filosofia. Per es., dei postulati come questi: - nel processo della praxis è la natura, ossia l'evoluzione storica dell'uomo: - e dicendo praxis, sotto questo aspetto di totalità, s'intende di eliminare la volgare opposizione tra pratica e teoria: - perché, in altri termini, la storia è la storia del lavoro, e come, da una parte, nel lavoro così integralmente inteso è implicito lo sviluppo rispettivamente proporzionato e proporzionale delle attitudini mentali e delle attitudini operative, così, da un'altra parte, nel concetto della storia del lavoro è implicita la forma sempre sociale del lavoro stesso, e il variare di tale forma: - l'uomo storico è sempre l'uomo sociale, e il presunto uomo presociale, o supersociale, è un parto della fantasia: - e così via.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





Hegel