Basta guardare a Darwin per intendere quanto occorra di proceder cauti nell'affermare, che la scienza dell'ora presente sia per se stessa la fine della filosofia. Darwin ha di certo rivoluzionato il campo delle scienze dell'organismo, e con esse l'intera concezione della natura. Ma in Darwin stesso non fu la coscienza completa della portata delle sue scoverte: egli non fu il filosofo della sua scienza. Il darwinismo, come nuova visione della vita, e quindi della natura, e di qua dalla persona e dagl'intenti dello stesso Darwin. Viceversa alcuni volgarizzatori del marxismo hanno spogliato questa dottrina della filosofia che le è immanente, per ridurla ad un semplice aperçu del variare delle condizioni storiche per il variare delle condizioni economiche. Osservazioni così semplici bastano per persuaderci, che se noi possiamo affermare, che la scienza arrivata a perfezione è già la filosofia, ossia che questa non significhi se non l'ultimo grado della elaborazione dei concetti (Herbart), noi non dobbiamo, con l'enunciazione di tale postulato, autorizzar nessuno a parlare con dispregio di ciò che in senso differenziato chiamasi la filosofia, come non dobbiamo dare a credere a tutti gli scienziati, che, a qualunque grado dello sviluppo mentale si arrestino, essi sian di già i trionfatori o gli eredi di quella bagattella che fu la filosofia. E voi, perciò, non avete posta una questione che possa dirsi oziosa, mentre chiedete, a un di presso: - con quale animo il cultore del materialismo storico guarderà la rimanente filosofia?
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