E in ciò consiste, del resto, ciò che chiamiamo la originalità; e fuori di tali confini questa parola significherebbe l'assurdo. Non scrivendo più di filosofia, nel senso professionalmente differenziato e differenziale, finiron per essere i più perfetti esemplari di quella filosofia scientifica, che per molti è un semplice pio desiderio, per altri è un mezzo di spiattellare in nuova dicitura fraseologica le ovvie cognizioni della scienza empirica, alcune volte è una forma generica di razionalismo, e al postutto non è possibile, se non a chi entri nei particolari della realtà con la penetrazione che è propria di un metodo genetico inerente alle cose. Engels da ultimo scriveva: "Dal momento che per ogni scienza diventa una necessità il venire in chiaro su la sua propria posizione nell'insieme delle cose e della conoscenza delle cose, la scienza speciale dell'insieme diventa superflua. Ciò che della filosofia, svoltasi fino ad ora, rimane tuttora come per sé stante, gli è la dottrina del pensiero e delle sue leggi - la logica formale e la dialettica. Tutto il resto si risolve nella scienza positiva della natura e della storia"(23).
Agli eruditi, ai ricercatori di tèmi per dissertazione, ai dottori novellini, tutto è possibile. Come han messo assieme l'etica di Erodoto, la psicologia di Pindaro, la geologia di Dante, l'entomologia di Shakespeare e la pedagogica di Schopenhauer, così a fortiori, e a più giusto titolo, potrebbero scrivere della logica del Capitale, anzi costruire un insieme della filosofia di Marx, tutta specificata e spartita secondo le sacramentali rubriche della scienza professionale.
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