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      Ma non posso risparmiarmi due avvertenze. La prima è, che nessun sofo di questo mondo riuscirebbe mai a darci l'idea dell'universa filosofia in due colonne della "Critica Sociale". La seconda è affatto personale. Sono venti anni ormai che io ho in uggia la filosofia sistematica, e come cotesta disposizione d'animo mi ha reso più accessibile al marxismo che è uno dei modi nei quali lo spirito scientifico si è liberato dalla filosofia come per sé stante, cosi è causa della mia inveterata diffidenza per lo Spencer filosofo, che nei Primi Principii ci ha ridata una schematica del cosmo. E qui occorre che citi me stesso:
      Io non ero venuto in questa università, ventitré anni fa, qual rappresentante di una ortodossia filosofica, né da escogitatore di novello sistema. Per le fortunate contingenze della mia vita, io avevo fatta la mia educazione sotto l'influsso diretto e genuino dei due grandi sistemi, nei quali era venuta al termine suo la filosofia, che oramai possiamo chiamare classica; e ossia dei sistemi di Herbart e di Hegel, nei quali era arrivata all'estremo delle conseguenze l'antitesi tra realismo e idealismo, tra pluralismo e monismo, tra psicologia scientifica e fenomenologia dello spirito, tra specificazione dei metodi ed anticipazione di ogni metodo nella onnisciente dialettica. Già la filosofia di Hegel avea messo capo nel materialismo storico di Carlo Marx, e quella di Herbart nella psicologia empirica, che, a date condizioni, e dentro certi limiti, è anche sperimentale, comparata, storica e sociale.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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