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      Il suo ottimismo è la sua religione - ossia quella religione che parve a lui come la perpetua e perenne - quel cristianesimo, in cui tutte le chiese cristiane si conciliano - quella provvidenza giustificata nella rappresentazione di un mondo, che è l'ottimo che potesse mai essere e sussistere. Quella poesia teologica ha il suo pendant, dialettico perché umoristico, nel Candide di Voltaire! E così il pessimismo di Schopenhauer non è la resultante necessaria della sua critica della critica kantiana, né la funzione diretta delle sue squisitissime ricerche logiche; ma è la estrinsecazione della sua anima di piccolo borghese, meschino e dispettoso, anzi ringhioso, che si completa con la contemplazione (metafisica) delle cieche forze dell'Inconsapevole (ossia del cieco conato all'esistere); si completa, cioè, di una forma religiosa poco avvertita in generale, la religione dell'ateismo(38).
      Se, dalle configurazioni e dalle complicazioni secondarie e derivate della religione o della filosofia teologizzante, noi risaliamo all'origine prima ed immediata di quelle creazioni ideologiche, che son l'ottimismo e il pessimismo, noi ci troviamo in presenza di un fatto, tanto ovvio, per quanto semplice: che ogni uomo, cioè, per la sua struttura fisica, eper la sua posizione sociale, è portato ad una specie di calcolo edonistico, ossia a misurare i suoi bisogni, e quindi i mezzi per soddisfarli; e, in fine, per necessaria conseguenza, viene ad apprezzare, in un modo, o in un altro, le condizioni della vita e il pregio della vita stessa nel suo complesso.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





Candide Voltaire Schopenhauer Inconsapevole