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      Ma questa stessa storia lugubre ha tratto da cotesta stessa condizione di cose, quasi sempre all'insaputa degli uomini stessi, e non certo per la provvidenziale preordinazione di alcuno, i mezzi occorrenti al relativo perfezionamento, prima di pochissimi, poi di pochi, poi di più che pochi; - e ora pare ne prepari per tutti. La gran tragedia non era evitabile. Non deriva da una colpa o da un peccato, non da una aberrazione o degenerazione, non dal capriccioso e peccaminoso abbandono della retta via; ma da una necessità intrinseca al meccanismo stesso del vivete sociale, e al ritmo processuale di questo. Questo meccanismo poggia su i mezzi di sussistenza, che sono il prodotto del lavoro stesso degli uomini, combinato con le più o meno favorevoli condizioni naturali. Ora che si apre innanzi ai nostri occhi questa prospettiva che la società, cioè, possa essere organizzata in modo, da dare a tutti i mezzi di perfezionarsi, noi vediamo chiaro, che tale aspettativa diventa plausibile, precisamente perché, col crescere della produttività del lavoro, si stabiliscono le condizioni materiali occorrenti a comunicare a tutti gli uomini la civiltà. In ciò sta la ragion d'essere del comunismo scientifico, che non confida nel trionfo di una bontà, la quale, chi sa in quali pieghe latenti di tutti i cuori di tutti i trapassati gl'ideologi del socialismo sono andati a scovare, per proclamarla l'eterna giustizia. Ma confida nel crescere di quei mezzi materiali, che permetteranno crescan per tutti gli uomini le condizioni dell'ozio indispensabili alla libertà: - la qual cosa vuol dire, che le ragioni dell'ingiusto saranno eliminate, ossia la signoria, la padronanza, il dominio dell'uomo su l'uomo; le quali ingiustizie (ad usare il linguaggio degli ideologi) suppongono come conditio sine qua non proprio quella miserabile cosa materiale, che è lo sfruttamento economico!


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183