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      In cotesta società non allignerebbe più il bisogno di cercare alla sorte pratica dell'uomo una spiegazione trascendente.
      Per questo criticismo delle cause della storia, delle ragioni della società presente, e dell'aspettativa razionalmente misurata e misurabile di una società futura, si vede perché l'ottimismo e il pessimismo, come tante altre ideologie, dovessero e debbano servire di sfogo e di estrinsecazione alle affettività delle coscienze travagliate dalle lotte della esistenza sociale. Se è questo che intendono di dire gli ideologisti, cui voi alludete; e, se parlando di eterna giustizia, essi pensano di farsi raccoglitori postumi dei sospiri e delle lagrime dell'umanità attraverso i secoli, tal sia di loro; - le licenze poetiche non son vietate nemmeno ai socialisti. Soltanto non si provino poi a metter su le gambe al mito dell'eterna giustizia, per ispedirlo in marcia contro il regno delle tenebre. Quella gran benefica signora non ismuoverà una sola delle pietre dell'edificio capitalistico. Ciò che gl'ideologi del socialismo chiamano il male, contro di cui il bene combatte, non è una astratta negazione, ma è un duro e forte sistema di cose effettuali: è la miseria organizzata per produrre la ricchezza. Ora i materialisti della storia son così poco teneri di cuore, da affermare, che essi in questo male trovano precisamente le molle dell'avvenire; ossia, nella ribellione degli oppressi, e non nella bontà degli oppressori.
     
      Del facile ricadere nella metafisica, in senso non laudabile, fanno fede assai spesso anche quegli studii, che, a detta degli autori loro, rappresentano la quintessenza del procedere scientificamente positivo.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183