Il nascere, l'ampliarsi, il diffondersi, l'organizzarsi e lo sparire (in alcune parti, dico, del mondo, per es. l'Asia anteriore e l'Africa settentrionale) dell'associazione cristiana, e il vario atteggiarsi di essa verso il rimanente dell'attività pratica, e i multiformi legami che ebbe con le altre aggregazioni e potestà politico-sociali: - tutte coteste cose, che son la storia vera e effettuale, non s'intendono, se non si parte dalle condizioni complessive di ciascun singolo paese, nel quale, o pochi, o molti, o tutti gl'incoli, abitanti e cittadini, o da membri di modesta setta, o nelle forme d'imperiosa cattolicità, o perseguitati, o tollerati, o intolleranti e perseguitanti, si professarono e professano cristiani. E di cui solo si comincia a metter piede sul terreno solido, di ciò che è degno obietto dell'intendimento storico; e di qui alla interpretazione materialistica non occorre sforzo maggiore di quello che occorra in ogni altro ramo delle nostre conoscenze della vita del passato.
In una parola, la storia effettiva è quella della chiesa, anzi delle chiese; ossia di una società, che ha la sua oikonomia, così nel senso generico di ordinamento, come in quello specificato del modo di acquisizione, di produzione, di distribuzione e di consumo dei beni (ahimè, terreni!) Se altri intende per cristianesimo, in un senso esclusivo, il solo complesso delle credenze e delle aspettazioni circa il destino umano - credenze, che in verità varian tanto, quanto è il divario, per dirne una sola, tra il libero arbitrio del cattolicesimo postridentino e il determinismo assoluto di Calvino!
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