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      Se io stessi a sentir lui, ai miei anni non verdi, diverrei un continuo e perpetuo produttore di carta stampata: mentre a me è piaciuto sempre, in passato, di lasciar dormire nei cassetti i non pochi catafasci di carta scritta, che m'è toccato di accumulare, per anni ed anni, nella qualità di insegnante e di appassionato estensor di lettere. In questo caso speciale il Croce poi mi andava dicendo, esser dover mio, ora che il socialismo s'allarga in Italia, di concorrere alla vita del partito, che cresce e si fortifica, coi mezzi e nei modi che son più rispondenti alle attitudini mie. E sia pur così; - ma poi tutto sta a vedere, se i socialisti di tale aiuto e di tale sussidio sentano proprio il bisogno e il desiderio.
      A dir le cose come sono, io non ebbi mai una troppo grande inclinazione allo scrivere per il pubblico, e all'arte e a prosa non ci attesi mai; tanto è, che ho scritto di solito come vien viene. Fui sempre e sono, invece, appassionatissimo dell'arte dell'insegnamento orale, in tutte le sue forme; e l'attendere a cotesta opera, con molta intensità, mi ha distolto per lunghi anni, in passato, dal ridire per iscritto (- e chi potrebbe veramente ridirlo dal vivo? -) ciò che, insegnando, vien detto spontaneo di forma, duttile, pronto, adattato al caso, ricco di attinenze e pieno di riferimenti. Abbracciando poi, più in qua, il socialismo, in corale rinascenza dello spirito io divenni più desideroso di comunicar col pubblico, per mezzo di opuscoli, di lettere d'occasione, d'indirizzi e di conferenze, che mi si moltiplicarono per anni quasi a mia insaputa.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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