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      Rimandando all'Antidühring, e a quel capitolo segnatamente, non intenderei, per ciò, di rinviare ad un catechismo, ma solo ad un esempio di abilità didattica. Le armi e gl'istrumenti son tali solo all'opera; e non quando sian visti in armadio da museo.
     
     
      Inoltre, se non dovessi pur finire una buona volta, vorrei fermarmi ad illustrare le parole dove dite, che l'Italia meriti, come culla comune della civiltà, l'omaggio di tutti. Può parere che queste parole siano una stonatura, mentre discorrete proprio del socialismo, che all'Italia veramente non deve molto. Ma, se è vero che il socialismo è il frutto della civiltà adulta, i maturi e provetti degli altri paesi non faran male a rivolgere, di tanto tanto, gli occhi loro a questa culla. Ripensando all'Italia, che ha fatto per secoli la più gran parte della storia universale, tutti avranno sempre qualcosa da impararci; e poi dopo s'avvedono, che l'avean già a casa loro quest'Italia, come il presupposto di ciò che essi presentemente sono. Ad altri francesi è parso in passato, che questo paese fosse, da culla, diventato tomba della civiltà; e per tal tomba devon tenerla la più parte dei forestieri, che la visitano qual museo, ignari sempre del nostro presente. E in ciò hanno torto; e, per dotti che siano, cotesti visitatori di musei rimangon sempre ignoranti - dico ignari della vita attuale di questo paese, che par la vita del morto risorto, il che è almeno un caso degno di nota.
      In che veramente consiste questo rinascimento d'Italia, e che aspettativa può dar di sé, a quelli che guardino la generalità del progresso umano, senza pregiudizii e senza preconcetti?


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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