) e dice: "Marx faceva il paragone della società capitalistica con una parte di se stessa isolata ed elevata ad esistenza indipendente; ossia il paragone tra la società capitalistica con la società economica in se stessa (ma solo in quanto società lavoratrice)" e poi: "Dunque l'economia marxista è quella che studia l'astratta società lavoratrice" (pp. 12 e 13).
Se c'è chi senta il bisogno di liberarsi dal malefico bacillo metafisico, che induce a tali ragionamenti, io gli consiglierei come rimedio la lettura, non già delle polemiche degli economisti, e di quelle segnatamente che in Germania ebbero occasione dalle pubblicazioni del Dietzel, che possono parer sospette, ma della Logica del Wundt (vol. II, parte II, pp. 499-533), nella qual Logica, a dirlo per incidente, più in là delle pagine testè citate si adduce come esempio tipico di legge sociale (pare incredibile! e il Wundt non è dolce di sale, né coi sociologisti, né con le così dette leggi sociali) proprio il sopravvalore secondo Marx (ibidem, pp. 620-22).
Al postutto cotesta economia pura - come è in uso di chiamarla in Italia, che è sempre il paese dell'enfasi e della esagerazione - ossia cotesto indirizzo di ricerca e di sistema, che su gl'inizii, o insufficienti, o ignorati, o dimenticati del Gossen, del Walrass e del Jevons. s'è venuto sviluppando in ciò che ora ha (vulgo) il nome di scuola austriaca, non è, così nelle premesse come negli andamenti, se non una variante teoretica nella interpretazione di quegli stessi dati empirici della vita economica moderna, che han sempre formato l'obietto degli studii delle altre scuole.
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