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      (29) "Non faccio voto di chiudermi in un sistema come in una sorta di prigione". Così scrivevo ventiquattro anni fa (Della libertà morale, Napoli 1873, nella prefazione), e così posso ripetere ora. Quel libro contiene la trattazione per disteso della dottrina del determinismo, e trovava allora il suo complemento in un altro mio lavoro, dal titolo: Morale e religione, Napoli 1873.
      (30) Anche per il capo di alcuni socialisti passa ora il pio desiderio del ritorno a quelle altre filosofie. Ecco, uno si rivolge a Spinoza; cioè alla filosofia nella quale non cape il divenire storico. Un altro si contenterebbe del materialismo del secolo XVIII ut sic; cioè della negazione di ogni storia. C'è chi ripensa a Kant; - dunque, cioè, anche all'insolubile antinomia di ragion pratica e di ragion teoretica? anche alla fissità delle categorie e delle facoltà dell'anima, delle quali parea che Herbart avesse fatto man bassa? anche all'imperativo categorico, nel quale parea che Schopenhauer avesse scoverto il precetto cristiano in mascheratura metafisica? Anche al diritto di natura, del quale non vuol saperne oramai più nemmeno il papa? Ma perché non lasciare ai morti di seppellire i loro morti?
      Di fatti delle due una. O voi quelle altre filosofie le accettate integralmente come furono, quando furono, e allora addio materialismo storico. O voi ci pescate dentro ciò che vi garba, e ci ricercate degli argomenti, e allora vi gravate di un lavoro inutile, perché la storia del pensiero è così fatta, in realtà, che in essa nulla è andato perduto di ciò che in passato fu condizione e preparazione alle attuali concezioni nostre.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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