Ora all'editore italiano occorrono esemplari, cosi di questo come degli altri miei Saggi sul materialismo storico: ed io acconsento che essi siano via via ristampati, non potendo io né rivederli a fondo, né rimaneggiarli nell'intrinseco, per molte ragioni, ma soprattutto per questa, che a me pare che siano lavori da lasciare proprio così come furono concepiti la prima volta.
Questa terza edizione di questa commemorazione non è, dunque, salvo alcune correzioni nelle parole e nel giro di qualche frase, se non la ristampa della seconda. Il lettore rimanga di ciò inteso. Riportandosi alla data della prima pubblicazione potrà facilmente identificare certe allusioni storiche, e non vorrà prendere abbaglio nel sentir parlare insistentemente di questo secolo... che era poi il decimonono.
Ho aggiunto a questa ristampa la traduzione del Manifesto, che fu chiesta da molti recensenti delle altre due edizioni del mio scritto, il quale parve non del tutto intelligibile, per la mancanza appunto di tale sussidio.
Roma, 9 maggio 1902.
Di qui a tre anni noi socialisti potremo celebrare il nostro giubileo. La data memorabile della pubblicazione del Manifesto dei comunisti (febbraio 1848) ci ricorda il nostro primo e sicuro ingresso nella storia. A quella data si riferisce ogni nostro giudizio ed ogni nostro apprezzamento su i progressi, che il proletariato è andato facendo in questo cinquantennio. A quella data si misura il corso della nuova èra, la quale sboccia e sorge, anzi si sprigiona e sviluppa dall'èra presente, per formazione a questa stessa intima ed immanente, e perciò in modo necessario e ineluttabile; quali che sian per essere le vicende varie e le successive fasi sue, per ora di certo imprevedibili.
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