Questo libro esaurisce la genesi dell'epoca borghese, in tutta l'intima struttura sua economica; e quest'epoca stessa supera intellettualmente, perché la spiega ne' suoi modi di procedere, nelle sue leggi particolari, e nelle antitesi che essa organicamente produce, e che organicamente la dissolvono.
E corre eguale divario dal movimento proletario, che fallì nel 1848, a questo dei nostri giorni, che per entro a molte difficoltà, dopo esser riapparso alla superficie della vita politica, si è venuto sviluppando con tale e tanta costanza di processo, ma con lentezza di studiati movimenti. Fino a pochi anni fa, cotesta regolarità di movimento progressivo nel proletariato non si notava ed ammirava, se non nella Germania sola, dove la democrazia sociale, come albero da proprio terreno, dalla conferenza operaia di Norimberga del 1868 in poi, era venuta normalmente crescendo con costanza di processo. Ma poi il fatto della Germania si è in varie forme ripetuto in altri paesi.
Ora in questo sviluppo ampio del marxismo, e in questo crescere del movimento del proletariato nei compassati modi dell'azione politica, non c'è stata forse, come molti dicono, una attenuazione del carattere bellicoso della originaria forma del comunismo critico? O che sia stato forse questo un passaggio dalla rivoluzione alla così detta evoluzione? o anzi un'acquiescenza dello spirito rivoluzionario alle esigenze del riformismo?
Queste riflessioni ed obiezioni sorsero e sorgono di continuo, così nel seno del socialismo, per bocca dei più accesi d'animo e di fantasia fra i suoi seguaci, come da parte degli avversarii, cui giova di generalizzare i casi dei particolari insuccessi, delle soste e degli indugi, per affermare, che il comunismo non ha del tutto avvenire.
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