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      Cioè, bisogna rivolgersi allo studio delle differenze che corrono tra le varie forme della produzione, quando si tratti di epoche storiche nettamente distinte, e propriamente dette: - e dove si tratti di spiegarsi il succedersi di tali forme, ossia il subentrare dell'una all'altra, occorre di studiare le cause di erosione e di deperimento della forma che trapassa: - e da ultimo, quando si voglia intendere il fatto storico concreto e determinato, bisogna studiare e dichiarare gli attriti e i contrasti che nascono dai vani concorrenti (ossia le classi, le loro suddivisioni, e gl'intrecci di quelle e di queste), che formano una determinata configurazione.
      Quando il Manifesto dichiarava, che tutta la storia fosse finora consistita nelle lotte di classe, e che in queste fu la ragione di tutte le rivoluzioni, come anche il motivo dei regressi, esso faceva due cose ad un tempo. Dava al comunismo gli elementi di una nuova dottrina, e ai comunisti il filo conduttore per ravvisare nelle intricate vicende della vita politica, le condizioni del sottostante movimento economico.
      Nei cinquanta anni corsi da allora in qua, la previsione generica di una nuova èra storica è diventata pei socialisti l'arte minuta dell'intendere caso per caso quel che si convenga e sia dovere di fare; perché quell'èra nuova è per se stessa in continua formazione. Il comunismo è diventato un'arte, perché i proletarii sono diventati, o sono avviati a diventare, un partito politico. Lo spirito rivoluzionario si plasma tuttodì nella organizzazione proletaria.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79

   





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