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      Lo stesso possiamo fare per le lotte di classe del mondo antico; ma solo in parte, e con minor chiarezza. Questa storia del proletariato e delle altre classi di oppressi, e delle vicende delle loro rivolte, ci è già guida sufficiente per intendere come e perché fossero premature, o immature, le ideologie del comunismo di altri tempi.
      La borghesia, se non è giunta ancora e da per tutto al termine della sua evoluzione, è giunta di certo in alcuni paesi quasi all'apice di questa. Subordina, nelle nazioni più progredite, le varie e multiformi maniere di produzione di altri tempi, sia per diretto o sia per indiretto, all'azione ed alla legge del capitale. E così, o semplifica, o tende a semplificare le varie lotte di classe, che per la loro molteplicità in altri tempi si elisero, in questa sola tra il capitale, che ogni prodotto del lavoro umano indispensabile alla vita converte in merce, e la massa proletarizzata, che offre a mercede la sua forza di lavoro, diventata anch'essa semplice merce. Il segreto della storia si è semplificato. Siamo alla prosa. E come questa presente, ossia la modernissima lotta di classe è la semplificazione di tutte le altre, così il comunismo del Manifesto semplificò in rigidi e generali enunciati teorici la multiforme suggestione ideologica, etica, psicologica e pedagogica delle altre forme di comunismo, non negandole, ma elevandole di grado. Siamo alla prosa; ed anche il comunismo diventa prosa: ossia è scienza. Per ciò il Manifesto non ha retorica di proteste, né reca piati.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79

   





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