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Come si è detto, era nato di marzo e di venerdì, onde la sora Luisa, quando le dissero che non era una bimba - com'essa, all'opposto del marito, aveva desiderato, e come aveva creduto vedendo quel capetto in cuffia femminile - si consolò dicendo: Figlio mio, sei nato di marzo e di venerdì: chi sa che grande cosa tu dovrai essere un giorno!
E il De Titta, che ci narra tutta questa storia, compreso d'umiltà ammirativa uguale, se non maggiore, a quella con cui gli evangelisti narrano la nascita del Figlio di Dio, aggiunge:
«Queste precise parole negli anni posteriori donna Luisetta mi ha ricordate ogni volta che ci giungevano notizie di novelli trionfi(2) di Gabriele.»
Sicchè, volendo credere al De Titta, Gabriele deve la sua «gloria» al fatto che esso è nato di marzo e di venerdì!
Sul meraviglioso bambino egli ci fornisce ancora queste altre preziose notizie:
1° - Gabriele fu battezzato nella chiesa di San Cetteo otto giorni - non già uno - dopo nato.
2° - Esso fu nutrito col solo latte materno.
3° - Donna Luisetta, gentile e delicata, non patì nessun deperimento per l'allattamento della prole.
Quest'ultima notizia - non c'è che dire - è di quelle davvero pochissime che hanno virtù liberatrice: per essa noi ci liberiamo dal peso enorme d'una preoccupazione accablante, ed esclamiamo con un sospiro di sollievo: Ah! sia lodato l'Altissimo! Ella non patì nessun deperimento!
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Dunque - riassumendo - la nascita di Gabriele si compiva sotto e frai segni della femminilità. La quale - e ne toccheremo le prove colle nostre mani - è la sola causa della sua celebrità colossale.
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